Sono disegnatore, di mestiere faccio le “figure”. Molto tempo addietro mi accompagnava sul lavoro la radio, prima che la travolgesse l’ondata becera della pubblicità. Erano frequenti programmi di prosa e, pur non essendo frequentatore di teatri per consuetudine, ho avuto modo di apprezzare molte opere di vari autori. Ora, a distanza di anni, ho ritrovato questo piacere con le letture dei Rabdomanti e sono stato portato ad una considerazione: sul mio tavolo di lavoro, per realizzare quanto ho in mente, dispongo di una quantità di mezzi: penne, matite, inchiostri, pennelli… un ausilio tecnico multiforme, indipendente dalla qualità del risultato. Mi colpisce quindi, per contrasto, la disparità di mezzi a disposizione dei Rabdomanti per comunicare con il pubblico, ossia la voce, la sola voce senza gli apporti del teatro tradizionale, le scenografie, la ricerca di effetti speciali… solo la voce a disposizione, per dare a chi ascolta quelle suggestioni che ognuno può rivestire di aspetti concreti, secondo la sua immaginazione. Questo mi ha colpito ed è stato il motivo di queste righe e di questo sconfinare in un campo che non mi appartiene, con la sola giustificazione di un piccolo ma sincero omaggio alla nobile fatica dei Rabdomanti. ”
Sergio Toppi
“…oggi i Rabdomanti sono un fatto compiuto, una felice realtà, un valido strumento per la ricerca e la divulgazione di nuovi testi italiani, un efficace contributo alla vita culturale della nostra città, un prezioso concorso al panorama del nostro teatro…”
Paolo Grassi
“…si ospitavano attori illustri… Albertazzi, Santuccio, e ricordo una promettente e giovane attrice che si chiamava Monica Vitti. (…) I Rabdomanti lessero la prima opera di un giovane che si chiamava Luca Ronconi (…) diabolicamente perseveranti, sono ancora sulla breccia. Ciò che è disinteressato è più duraturo di ciò che è tenuto insieme dall’interesse…”
Sandro Bajini
“…si meritano il plauso di tutti quelli ai quali stanno a cuore le sorti della nostra scena di prosa…”
Eligio Possenti
“…se i Rabdomanti non ci fossero, bisognerebbe inventarli…”
Carlo Lari
“…ma appunto perché si ama il teatro bisogna voler bene ai Rabdomanti e seguire con attenzione il loro sforzo, che è un lungo e assiduo sforzo di ricerca…”
Orio Vergani
“…Rabdomante: dal greco rhabdomantis: indovino (màntis) per mezzo della bacchetta (rhàbdos). Continuino, i nostri amici, a cercare il teatro alle sue polle sorgive, lontano dalle scene inquinate!…”
Ugo Ronfani
“…quel che davvero sorprende è che per più di quarant’anni essi abbiano attraversato, ostinatamente, senza mai flessioni, la storia del teatro italiano…”
Carlo Maria Pensa
“…non amavo il teatro (…) e mai avrei pensato che, raggiunta la maggiore età, i miei interessi e i miei studi si sarebbero orientati proprio in questo settore. Credo che la “colpa” sia in buona parte da attribuire ai Rabdomanti. Ho cominciato a seguirli quasi per gioco (…) e ho potuto conoscere la drammaturgia italiana contemporanea che sarebbe rimasta per me un’illustre sconosciuta se mi fossi limitata a seguire i percorsi del teatro ufficiale. Quindi, grazie Rabdomanti, vi auguro altri quarant’anni di attività…”
Claudia Cannella
“…un paese che si dimostrasse incapace di preservare e consentirsi una simile testimonianza di vitalità artistica e di generosità civile non credo sia degno di nessun rispetto…”
Giuseppe Manfridi
“…la loro attività non rappresentava lo sfogo di private libidini esibizionistiche, ma rispondeva a un’esigenza precisa. Questo compito i Rabdomanti svolgono anche oggi (…) e per questo la loro funzione rimane benemerita e utile…”
Luigi Lunari
“…salutiamo questo esempio di volontà e di tenacia e auguriamoci di poter sentire ancora a lungo la loro voce nel profondo silenzio che ci circonda…”
Alfredo Balducci
“…questo tipo di spettacolo non è soltanto un momento di piacevole evasione dalla routine quotidiana, ma un fatto di autentica cultura. (…) Propone la possibilità di immedesimarsi con gli attori, nelle parti, proprio per merito di quella semplificazione scenografica che può apparire, in prima istanza, un impoverimento. Semplificazione scenografica, ma non di contenuto…”
Margherita Martini
“I Rabdomanti sono l’espressione di una disperata passione per il teatro, di chi per il teatro è nato e non potrà rinunciarci mai”
Guido Trevisani
“Mi congratulo per la ricerca tanto costante e tanto fiduciosa e vi faccio i miei auguri”
Silvio Giovaninetti
“…I Rabdomanti del teatro cercano: e quale più meritevole ausilio potrebbe aspettarsi la nostra drammaturgia che quello di una paziente, tenace, accorta scoperta del nuovo?”
De Chiara
“mentre lo spettacolo procedeva io pensavo: ecco, questo è il mio testo, e io lo vedo prendere vita… ecco, questo è il modo in cui si dovrebbe sempre poter mettere alla prova un testo nuovo e uscii pensando “Dio che bravi, questi Rabdomanti””
La Fonte
“definirla una lettura mi sembra in effetti riduttivo… è questa la caratteristica fondamentale e straordinaria dell’attività dei Rabdomanti: il desiderio di dare vita al teatro. Verrebbe da dire: ma chi glielo fa fare? Non sono spinti – né aiutati, a quanto mi risulta – da nulla che non sia il loro piacere di vivere il teatro. E’ questo che io intendo per “vita””
Compatangelo